Non pastorizzate e non filtrate: come riconoscere birre di qualità

Non pastorizzate e non filtrate: come riconoscere birre di qualità

Da alcuni anni nel mondo degli appassionati delle birre è scoppiata una crudo-mania: birre non pastorizzate e non filtrate, che emulano in qualche modo la moda altrettanto celebre dei vini naturali (cioè prodotti con minor sofisticazione possibile, sia in vigna che in cantina), dai sentori particolari e dall’aspetto inconsueto.

La tradizione delle birre non pastorizzate e non filtrate è in realtà antichissima: in questo articolo ne racconteremo storia e caratteristiche!

La storia

Le birre non pastorizzate e non filtrate sono una tradizione tipica della Germania, e particolare della zona bavarese. Il motivo per cui non subiscono questi due processi di lavorazione è molto semplice: nel Medioevo, quando i monaci hanno iniziato a lavorare con luppolo, malto e lieviti, non avevano né le conoscenze né le tecnologie necessarie per realizzarli. Possiamo in un certo senso dire che la birra cruda e non filtrata è un prodotto “ancestrale”, fatto con una tecnica antica ma un sapere moderno.

Anche per questa ragione possiamo affermare che le birre crude e non filtrate vivono della stessa filosofia del vino naturale: meno processi industriali possibili, rispetto della materia prima e sapori “sporchi” ma spontanei sono alla base di queste filosofie.

Gusto, aspetto e aroma

All’aspetto, le birre crude e non pastorizzate sono più scure rispetto alle Weiss. Inoltre, hanno un aspetto torbido, con alcune particelle in sospensione: si tratta dei residui di lieviti che non si sono completamente liquefatti nella preparazione e che rimangono integri o semi-integri. Se la bottiglia viene conservata a lungo in posizione eretta o orizzontale si può notare che sul fondo si deposita proprio il “fondo”, cioè i lieviti, essendo più pesanti, tendono a precipitare.

L’amore delle crude non filtrate è più intenso, corposo e complesso rispetto alle birre prodotte tradizionalmente. Tutta l’espressione del cereale è naturale e complessa, e spesso i sentori prevalenti sono:

  • crosta di pane
  • lievito crudo
  • burro

Ti ricorda il bouquet di un altro prodotto? Esatto: lo champagne, per via della sua produzione con i lieviti, ha spesso note molto simili.

Al gusto, però, tutto cambia: a volte queste birre sono leggermente ferrose, altre volte più cariche, calde e avvolgenti.

Qualsiasi siano le tue preferenze di aroma e gusto, in questo sito troverai la birra cruda non pastorizzata che fa per te.

Conservazione

Per via della presenza dei lieviti possiamo dire che la birra cruda è viva: presenta e sviluppa infatti una carica di enzimi e di batteri naturalmente presenti nella birra, totalmente innocui per la salute, ma indubbiamente presenti. Esattamente come gli altri prodotti vivi, come vino e formaggi, richiede una conservazione meticolosa: al buio, senza correnti d’aria, a temperatura fresca e costante. L’assenza del processo di pastorizzazione, infatti, non fa passare la birra in macchinari che ne eliminano la carica probiotica. In questo articolo troverai tutte le indicazioni per una corretta conservazione.

Una moda impetuosa

Negli ultimi 5/10 anni le birre crude sono diventate un vero e proprio fenomeno globale e di massa: produttori più piccoli, locali, che lavorano meno ingredienti e a chilometro zero, minor uso di additivi, tecnologia e processi industriali hanno reso queste birre una bandiera di sostenibilità e particolarità, ancor prima che di tecnica o di gusto.

Possiamo dire che le birre crude sono birre “da collezione”: perché non approfittare quindi di questo trend per fare una regalo, per esempio per un fidanzato appassionato a cui non si sa mai cosa regalare?