Sintomi dell’aborto spontaneo

Sintomi dell’aborto spontaneo

affrontare un abortoPer aborto spontaneo si intende la morte dell’embrione avvenuta nei primi tre mesi di gravidanza. Si stima che si verifichi fino nel 35% delle gestazioni. L’aborto spontaneo è un fenomeno che può avvenire per gravi motivi, nella maggior parte delle volte per malformazioni dell’embrione o squilibri ormonali materni. Alcune volte gli aborti spontanei avvengono molto presto, cioè nelle prime cinque settimane della gravidanza. In tanti casi, la donna neppure si rende conto di aver avuto un aborto, tanto lievi sono i sintomi. Quando poi l’aborto spontaneo avviene prima della terza settimana, in genere l’embrione non è ancora impiantato e i sintomi sono ancora meno percepibili.

Negli altri casi, saper riconoscere i sintomi di un aborto spontaneo è fondamentale per la salute dell’embrione e della donna.
Vediamo quindi quali sono i sintomi più diffusi che possono indicare un aborto.

I sintomi dell’aborto spontaneo in genere sono delle perdite di colore rosso vivo. Le perdite di color marrone possono essere fisiologiche, ma quelle color rosso intenso seguite da crampi addominali (simili a quelli che si provano con il ciclo) sono un importante segnale di allarme che non dovrebbe essere sottovalutato.

Spesso, se l’aborto spontaneo avviene nelle prime settimane, la donna può scambiare le perdite e il dolore per le mestruazioni e questo rende più difficile capire che cosa stia davvero accadendo.
Nelle prime settimane di gravidanza gli aborti spontanei sono purtroppo più frequenti. Se avvertite uno di questi sintomi o tutti assieme, è bene recarsi subito dal ginecologo o al pronto soccorso.

Sintomi frequenti dell’aborto spontaneo

I sintomi più frequenti che una donna può sperimentare e che possono far pensare ad un aborto sono il sanguinamento color rosso vivo dalla vagina; crampi e dolori forti all’addome; la perdita di liquidi ma soprattutto di tessuti e coaguli, sempre dalla vagina; il fatto che non si percepiscano più i classici sintomi della gravidanza, come la nausea, il dolore al seno.

Come abbiamo detto, l’elemento più comune che è sintomatico dell’aborto spontaneo è il sanguinamento vaginale. Si può andare da qualche traccia a sanguinamento abbondante, nel quale caso ricorrere al medico è fondamentale.
Se si percepiscono contrazioni dolorosi, crampi, perdite anche di colore bianco-rosa, la cosa più importante da fare è rivolgersi subito ad un ginecologo o recarsi dal pronto soccorso. Potrebbe anche trattarsi di un falso allarme ma è meglio non rischiare.

Per diagnosticare un aborto spontaneo è fondamentale eseguire una visita ginecologica, la quale può controllare il grado di dilatazione del collo dell’utero, o una ecografia, fondamentale per verificare il battito del feto e controllare lo stato di sviluppo dell’embrione.

Se si ha avuto un aborto spontaneo è necessario eseguire l’esame del sangue, per controllare se sono rimasti dei tessuti all’interno della placenta.
In quest’ultimo caso infatti potrebbe verificarsi una iniezione dell’utero.

Se il medico ravvisa una minaccia di aborto, in genere prescrive il riposo, che può ridurre fortemente le possibilità di morte dell’embrione, e un’accurata igiene.
Non sono precisamente note le cause dell’aborto spontaneo. Possono essere correlate all’età della madre, all’assunzione di alcol, droga, fumo, e anche all’obesità della madre.