Piastrelle di qualità: come riconoscerle
Se stai pensando ad una ristrutturazione domestica avrai di certo in mente un gran numero di elementi e dettagli di cui occuparti (alcuni tra i più importanti e spesso sottovalutati li abbiamo elencati anche noi in questo articolo), e la scelta dei rivestimenti per bagno, cucina e pavimenti è indubbiamente una delle prime da prendere, perché sulla base del pavimento scelto potrai scegliere di conseguenza anche colori e arredi.
Se la tua scelta è ricaduta sulle piastrelle in ceramica, vogliamo darti una mano concreta: abbiamo intervistato uno dei consulenti più esperti di Bonacina Ceramiche, una storica realtà della città di Bergamo, e queste sono le curiosità che ci ha svelato!
Iniziamo dalle origini: come mai le piastrelle sono uno dei rivestimenti più scelti?
Le piastrelle in ceramica sono ancora tra le più scelte perché sono versatili per estetica, tendenzialmente facili da pulire ed estremamente resistenti all’usura nel corso del tempo.
Sebbene esistano molti altri materiali di alta qualità per i rivestimenti, come il vinile e il legno, le piastrelle sono tra i pochi materiali davvero versatili e che superano con grande agio la prova del tempo.
Inoltre, la varietà di stampe, pattern, colori, elementi a rilievo e finiture permette a qualsiasi persona di trovare il rivestimento giusto per l’ambiente che desidera arredare.
Se usate con gusto, oltre che con praticità, le piastrelle possono fare arredo già da sole, per esempio in un ambiente dallo stile molto minimalista ed essenziale.
Le piastrelle vengono identificate con una serie di sigle. Le puoi spiegare ai lettori? Immaginiamo che queste sigle siano indispensabili per la scelta.
Assolutamente vero, ad ogni combinazione di sigle corrispondono caratteristiche diverse del materiale, che cliente e consulente devono valutare insieme per effettuare una scelta ponderata e corretta per le esigenze dell’ambiente.
Il primo valore è il PEI, e indica la resistenza alle abrasioni e ai danni da calpestamento. Il numero 1 (il più basso) indica una ceramica molto delicata, mentre il valore 5 (il più alto) indica una ceramica molto robusta. In questo caso tutto dipende dalle esigenze dell’ambiente: se stiamo parlando di una stanza poco utilizzata, o che verrà utilizzata solamente con scarpe da interno, anche una ceramica con valori più bassi può essere funzionale; una ambiente di grande sfruttamento quotidiano avrà invece bisogno di materiali più resistenti nel tempo.
Il secondo valore da considerare è il MOHS, cioè l’indicatore della durezza della piastrella: in pratica identifica quanto difficilmente viene danneggiata ad esempio da un oggetto pesante che ci cade sopra. In una cucina io opterei sempre, ad esempio per MOHS medio-elevati: un utensile può sempre sfuggire dalle mani e cadere a terra o contro il rivestimento, e una buona durezza evita il danneggiamento del materiale.
L’ultima sigla di cui tenere conto è la classe, che va da un valore 2 a un valore 5. La classe è un fattore indispensabile da considerare, perché ci dice quanto è facile pulire la piastrella: se una classe 5 si può pulire anche solo con acqua tiepida o calda (e quindi il materiale è praticamente impermeabile alle macchie), una classe 2 richiede solventi specifici, e non lo suggerirei mai per zona di passaggio, case in cui si cucina spesso oppure in ambienti dedicati ai bambini.
In questo articolo è possibile leggere alcuni dei metodi più semplici per pulire le piastrelle da medio-resistenti a molto resistenti, che sono la maggioranza di quelle in commercio per usi domestici.
Attenzione però a non farsi prendere la mano da questi indicatori: una piastrella di classe 2 non è meno di qualità di una di classe 5, così come un PEI 1 identifica un materiale più scadente di un PEI 4! Semplicemente stiamo parlando di caratteristiche diverse che i produttori marcano con chiarezza per aiutare consulenti e clienti.
Ora che abbiamo capito come scegliere le piastrelle, che ultimo consiglio puoi dare ai nostri lettori?
Se un 30% della funzionalità di un rivestimento in ceramica è fatto dalla scelta del prodotto e un altro 30% è fatto dalla qualità della manutenzione, il rimanente 40% è fatto dalla qualità della posa!
È proprio così: una piastrella di media qualità manutenuta in modo impeccabile e posata a regola d’arte a volte è più durevole di un prodotto costosissimo e creato con tutti i crismi ma posato in modo scorretto. Il mio suggerimento è sempre quello di rivolgersi ad un posatore certificato, magari proprio dal rivenditore o dal produttore scelto.